Orizzonti condivisi: trasformare il Turismo nell’Era Digitale

RUOTE VERDI PER IL TURISMO DEL FUTURO

19 Gennaio 2024

Agli inizi del 1900 i rappresentanti delle avanguardie storiche -fossero esse artistiche o letterarie- stendevano il Manifesto del movimento, dichiarazione pubblica e ufficiale, attraverso cui ne venivano dichiarati credo e intenti.

A loro modo, anche le maggiori organizzazioni a tutela dell’ambiente e orientate alla salvaguardia del Pianeta hanno redatto linee guida atte alla comprensione e all’accoglimento di un bisogno necessario alla sopravvivenza della specie.

La necessità di tutelare l’ambiente si estende a tutti gli ambiti della nostra vita e, anche per quel che concerne il turismo del futuro, sono stati delineati dictat imprescindibili i cui principi vertono attorno allo sviluppo sostenibile, al turismo lento, all’importanza della valorizzazione territoriale e alla promozione di attività turistiche sostenibili.

E’ stato, a tutti gli effetti, definita una nuova traiettoria per il turismo contemporaneo.

“Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i bisogno del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri[1]” e ancora “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale e artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività social ed economiche[2]”. Non in ultimo, già nel 1995 l’Onu si esprimeva così all’interno dell’Agenda 21 per l’Industria del Turismo: “I viaggi e il turismo devono contribuire affiché le persone possano condurre una vita sana e attiva, in armonia con la natura; i viaggi e il turismo devono basarsi su modalità di consumo e di produzione sostenibili; […] lo sviluppo del turismo deve riconoscere e sostenere l’identità, la cultura e gli interessi della popolazione locale”.

Quali sono scelte che il turista contemporaneo può prendere in considerazione per perseguire il più possibile le buone norme di salvaguardia del Pianeta?

Un turismo frenetico, impaziente e spesso compulsivo è per molti un lontano ricordo: è il ricordo di una vita passata che assicurava sì un’esperienza ricca, piena e orientata a conoscenza e condivisione, ma allo stesso tempo andava a braccetto con pratiche turistiche ben lontani a quelle necessarie a garantire un’attività sostenibile.

Sono molte le influenze che spostano e mutano i desideri del turista contemporaneo, prima tra tutte l’influence marketing, ma anche una sempre più radicata consapevolezza e coscienza che che la natura, la bellezza e la storia che ci circondano non sono mura indistruttibili, bensì radici profonde da calpestare.

Nascono quindi nuove forme di turismo, come quello lento, che puntano l’attenzione sull’esperienza del viaggio inteso in ottica di rispetto, conoscenza e arricchimento personale.

Cresce la necessità per il turista contemporaneo di vivere veramente il luogo in cui sceglie di passare le proprie vacanze; cresce la necessità di mantenere il contatto stretto con la natura; cresce il desiderio di costruire il proprio “luogo di evasione” lontano dalle mete commerciali e dal sovraffollamento cittadino. Non a caso, anche la domanda di case-vacanze in località montane è cresciuta in maniera esponenziale (nonostante i prezzi siano aumentati anche del 20% in alcuni paesi!)[3]. E non sono solo gli italiani a richiederle, ma anche stranieri che si innamorano dei paesaggi alpini e delle opportunità che quelle località offrono.

Il turismo lento non è da intendersi come un’esperienza sbrigativamente detta “zen” o “spirituale”, anzi: le attività privilegiate dal turismo lento abbandonano la velocità per dedicarsi ad una maggiore vicinanza alla natura e ad una maggiore attenzione alla sostenibilità, sia essa espressa attraverso la scelta del mezzo di trasporto, alle scelte culinarie o all’utilizzo di altro ancora.

In particolare, molti turisti hanno individuato nel cicloturismo il perfetto alleato del turismo sostenibile: lo scelgono non solo per il suo naturale basso impatto ambientale, ma soprattutto perchè mette in moto (senza inquinare) tutta una serie di esperienze e sensazioni collaterali che incarnano perfettamente lo spirito del turista contemporaneo.

Ma cos’è, esattamente, il cicloturismo? Non è solo “l’attività di coloro che viaggiano in bicicletta”. E’ un’esperienza a 360° che offre infinite possibilità sia se vissuta singolarmente sia se vissuta con altre persone; viene prevalentemente proposta da enti locali che intendono promuovere le peculiarità del proprio territorio ed esclude il raggiungimento della meta come fine ultimo dell viaggio. Al contrario, chi pratica cicloturismo vede negli “step intermedi” una vera e propria costellazione di opportunità in grado di creare contatto diretto con il territorio ed esperienze uniche nel loro genere: home-cooking, visite guidate, attività in fattorie didattiche, esperienze di apicoltura, trekking specifici e chi più ne ha ne metta.

Sebbene il cicloturismo consenta di entrare davvero in contatto con il territorio e di conoscerne luoghi di difficile esplorazione, esso è anche in grado di integrare più frangenti del turismo in ottica di sostenibilità ambientale e di condivisione sociale: chi si sposta in bici, infatti, spesso sceglie come mezzo di trasporto il treno per spostarsi da una località all’altra; chi si sposta in bici, sceglie di portare con sé il giusto e indispensabile; chi sceglie il cicloturismo ha cura e rispetto del prossimo e dell’ambiente che lo circonda.

Il cicloturismo rappresenta a tutti gli effetti una valvola in grado di innescare tutta una serie di scelte environment-friendly.

Conoscerle tutte o vederne in anticipo le sfaccettature non è facile.

Certo gli operatori del turismo potrebbero stilare un elenco di hotpoint da tenere in considerazione ogni qualvolta un cliente si affacci alla porta del negozio o navighi sul sito della propria agenzia di viaggi.

Ma se esistesse invece una rete fitta, dinamica e altamente specializzata di tecnologi in grado di creare terreno fertile, opportunità vantaggiose per tutti coloro che operano ad altri livelli del turismo e fossero quindi in grado di offrire -attraverso l’intelligenza artificiale- una risposta immediata e mirata alle esigenze del consumatore finale? Certo, forse in quel caso gli operatori del turismo abbandonerebbero foglio e penna e si affiderebbero ad esperti del settore.

Molti di loro si affidano già alle competenze della rete di D.Change. Altri ancora restano fedeli al “turismo classico”.

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Per il turismo del futuro.

Per il futuro a ruote verdi.


[1] Gro Harlem Brundtland, 1987.

[2] https://www.coe.int/it/web/cultural-routes/world-tourism-organization

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/in-montagna-cresce-domanda-case-ma-piu-piccole-AFYFc93B?refresh_ce=1

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