LO SLOW TOURISM COME CONTROTENDENZA ALLA FRENESIA DELLA CONTEMPORANEITÀ
20 Dicembre 2023
Abbiamo una sola Terra. E i turisti contemporanei lo sanno bene.
La tematica della sostenibilità ambientale è una bolla quasi infinita entro la quale è possibile inscrivere più di una sfaccettatura della questione: dall’attenzione al territorio alla salvaguardia dell’ambiente sino alla messa in pratica di semplici accorgimenti, gesti del quotidiano che ormai tutti noi eseguiamo in maniera quasi automatica.
Quando si viaggia, una parte di noi vorrebbe “sentirsi a casa anche lontano da casa”: quale migliore occasione per gli operatori del turismo (quelli illuminati) di considerare la sostenibilità come un faro, come una conditio sine qua non, che caratterizzi le proprie offerte turistiche?
L’interesse sul tema si esprime attraverso atteggiamenti di ordine e grado differenti: attenzione al consumo di acqua, corretta gestione della raccolta differenziata, cibi a Km0, biologici e altro ancora. Ma un’altra inclinazione, che interessa italiani e stranieri in quasi egual misura, è quella del “turismo lento”, o slow tourism -per essere più cosmopoliti. Il turismo lento è una delle espressioni del turismo contemporaneo che vede nelle attività all’aria aperta, nella fuga dalla frenesia urbana e nell’adozione di mezzi di trasporto a ridotto impatto ambientale una scelta ecologica, rilassante e adatta più o meno a chiunque.
Ma cosa spinge il turista di oggi a scegliere una forma di vacanza che, forse fino a non troppo tempo fa, sarebbe stata associata ad un target specifico di appassionati di natura, escursioni e avventura? Sicuramente la necessità di rompere le righe rispetto ad una vita assolutamente dedita al lavoro, al dinamismo e alla velocità sono elementi alla base delle nuove scelte di viaggio; inoltre il periodo pandemico ha costretto tutti noi a chiuderci in casa e a farci, forse, comprendere il valore di stare all’aria aperta, l’importanza della valorizzazione dei luoghi, ma soprattutto a farci sentire la “mancanza di casa”, nonostante fossimo sempre in casa. Non solo: tutti quanti hanno dovuto accettare che la vita rallentasse fino a fermarsi di fronte a qualcosa di incontrollabile. E forse, rallentare ha fatto bene alla natura, ma anche a noi.
Sicuramente, però, è stato il pretesto per scuotere l’uomo di fronte all’incapacità di controllare il mondo che cambia, la natura che chiede aiuto. Un po’ tutti quanti, quindi, abbiamo iniziato davvero a riflettere sulle nostre azioni -a livello micro e macroscopico-; e conseguentemente le nostre scelte di viaggio ne sono state inevitabilmente influenzate.
Il settore del turismo, che è stato uno dei settori economici maggiormente colpiti, ha saputo però reagire adattando e riformulando esperienze di viaggio che conferissero valore anche alla sostenibilità ambientale e che andassero incontro alle nuove esigenze dei viaggiatori. Un cambiamento necessario che si è tuttavia rivelato ricco di risvolti positivi: da un lato, la diffusione di un turismo diverso da quello classico ha permesso anche a realtà imprenditoriali più piccole e più locali di alzare la mano e mostrare le potenzialità legate alla conoscenza specifica del territorio, promuovendo visite culturali e territoriali, organizzando attività enogastronomiche, percorsi di cicloturismo alla scoperta di luoghi mozzafiato o esperienze più intime legate alla profonda conoscenza del luogo stesso. Lo slow tourism ha, di fatto, favorito un “turismo per tutti”, un turismo in grado di far emergere anche realtà familiari che prima erano fortemente penalizzate dalla velocità. Dall’altro, il turismo lento ha legittimato una forma più spontanea di viaggio, dedicato unicamente a conoscere luoghi, fare esperienze significative, ma soprattutto vivere il viaggio come un momento di arricchimento e relax e non solo di spostamento.
Le forme di turismo si sono moltiplicate al punto tale che qualcuno potrebbe associare il turismo contemporaneo ad una Torre di Babele: scostante, variegata, indecifrabile. Certo chi lo pensa non ha tutti i torti… e una guida potrebbe sempre tornare utile. È questa l’idea alla base del progetto #aMiCo26®, piattaforma tecnologica per la digitalizzazione del turismo, che si impegna a creare un tessuto di strumenti tecnologici con l’intento di favorire e aiutare gli operatori del settore turistico a proporre un’esperienza di viaggio personalizzata, al passo con i tempi, ma soprattutto diversificata in base alle esigenze del singolo. Tutto questo grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Noi di D.Change siamo certi di una cosa sola: nel corso degli anni il turismo cambierà volto più e più volte, ma per chi farà parte di una rete dinamica fatta da professionisti lungimiranti, ogni cambiamento sarà la spinta per adattarsi alle nuove evoluzioni del mercato e soddisfare al meglio le esigenze degli operatori del turismo e dei viaggiatori.