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LA SMART DESTINATION: LA GIUSTA DIREZIONE PER IL TURISMO DEL FUTURO

23 Agosto 2023

In quale modo i social media trasformano e influenzano il turismo contemporaneo? E soprattutto, quali sono al giorno d’oggi i criteri che determinano la scelta della destinazione di viaggio?

La digitalizzazione, Internet e i social network hanno rivoluzionato in maniera insindacabile il paradigma del viaggiare e del viaggiatore e, attualmente, ogni elemento ne è inevitabilmente influenzato.

Il 2010[1] è il momento della svolta: è l’anno in cui il turista “del fare” viene messo in ombra dal turista “del sentire”: il turismo relazionale, di cui la Generazione Y e i Millennials sono promotori attivi, è caratterizzato da obiettivi di esperienza che scaturiscono dal desiderio e dalla necessità di viaggiare.

In questo contesto, social media come Instagram, in cui l’esperienza, la scelta dell’immagine e il punto di vista dell’utente (UGC – User Generated Content) sono elementi cardine, diventano non solo punto di riferimento, ma canali attraverso cui molte persone scelgono la propria destinazione turistica. In questo scenario, l’UGC diventa a tutti gli effetti una delle più apprezzate e diffuse forme di promozione turistica.

Non solo. Una delle peculiarità della piattaforma è quella di accompagnare il turista nel suo viaggio… ancora prima che questo avvenga: dreaming, planning, booking e sharing.

Queste quattro fasi assumono ulteriore valore nel momento stesso in cui ci si rende conto che l’intrinseca caratteristica di alcuni social media, di cui Instagram ne è appunto capofila, è proprio la capacità di influenzare la scelta della meta turistica: non solo chi pubblica, ma spesso ciò che viene proposto (spesso senza realmente farlo) al pubblico, crea un livello di interesse che raramente è possibile raggiungere.

La piattaforma istruisce, illustra e suggerisce all’utente le mete più in voga, i posti più esotici o desiderabili che almeno una volta nella vita devono essere visitati. La fase di sharing innesca inoltre un ulteriore aspetto chiamato “travel bragging”: viaggiare per vantarsi.

Il successo di un viaggio scoperto tramite Instagram (e del rispettivo Influencer Marketing che ha fatto sognare i propri follower) è determinato dai risultati delle metriche di engagement come like e commenti; come un disegno infinito, più l’intento viene avvicinato, più persone ne vengono impressionate e più viene modulata la scelta delle destinazioni turistiche. Di colpo, tutti si trovano nella calda Sicilia o tra le affollate viuzze del centro storico di Napoli; improvvisamente, chiunque desidera spostarsi in Islanda per ammirare l’eruzione di un vulcano ha la possibilità di trasformare in realtà ciò che fino a qualche mese prima era solo un sogno.

Tutto è spettacolare, quasi inarrivabile.

Tuttavia, anche nel mondo delle infinite possibilità, c’è sempre un “ma”: offrire troppe soluzioni indubbiamente genera volume, ma la vera forza di un’offerta si raggiunge solo attraverso la personalizzazione della stessa; se è vero che Instagram fornisce infiniti spunti di viaggio, è vero anche che l’AI e i suoi algoritmi hanno dato vita alle cosiddette “smart destination”, ossia “destinazioni algoritmiche” interamente tailormade, basate su un portafoglio dati e legate ai “desiderata” specifici dell’utente.

Il progresso tecnologico e le sue integrazioni hanno reso possibile il concetto di viaggio come ecosistema di servizi, infrastrutture e opportunità interconnesse. Tutto ciò senza rinunciare all’importanza della UX, sia dal punto di vista cognitivo che emozionale.

Per gli imprenditori o per gli operatori del settore turistico non possono esserci ulteriori indugi: questi sistemi integrati permettono di raccogliere tutti i dati necessari al fine di definire una proposta turistica in linea con le richieste dell’utente, favorendo un turismo sempre più dedicato e giovando significativamente alla reputazione dell’ente proponente.

Sistemi integrati di intelligenza artificiale, realtà aumentata o realtà virtuale non sono in antagonismo rispetto a piattaforme come Instagram. Al contrario, nell’era dell’interconnessione, ogni strumento è di supporto se sfruttato nella maniera ottimale.

Come farlo, se non tramite partner affidabili che promuovono la condivisione delle conoscenze e soprattutto delle competenze? #aMiCo26® offre tutto il suo expertise per generare soluzioni all’avanguardia e affiancare professionisti del settore nella sfida al turismo contemporaneo.

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[1] J. Ejarque, Social Media Marketing per il turismo: come costruire il Marketing 2.0 e gestire la reputazione della destinazione. Hoepli Editore, 2015.

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